L’inferno di Beirut e l’emergenza sangue: ecco perché è importante andare a donare sempre
Si chiama nitrato di ammonio. È un fertilizzate e sarebbe stato quello a generare la spaventosa esplosione che nel pomeriggio di martedì 4 agosto ha travolto il porto di Beirut e diversi quartieri limitrofi della capitale del Libano.
Un inferno che ha generato oltre 100 morti (ma la conta è ancora parziale), altrettanti dispersi e almeno 4mila feriti. L’incidente, le cui cause devono ancora essere chiarite del tutto, ha subito riaperto il problema della richiesta di sangue in condizioni di emergenza. Già nei primi momenti successivi all’esplosione, infatti, l’associazione libanese dei donatori Donner Sang Compter sulla propria pagina Facebook ha pubblicato richieste di aiuto per la carenza di gruppi A+ e 0 positivo e negativo.
Catastrofi simili, come avvenuto anche nel nostro Paese a seguito dell’incidente ferroviario in Puglia o il sisma del Centro Italia nel 2016, riaprono inevitabilmente il tema su quanto sia fondamentale programmare la donazione e non precipitarsi nei centri trasfusionali spinti dall’onda emotiva per il dramma in corso. Comunicare con le associazioni di volontari, coinvolgere le Regioni e programmare e prenotare la propria donazione, sono stati gli elementi fondanti del Piano nazionale per le maxi emergenze trasfusionali approvato in Italia il 7 luglio del 2016 nella conferenza Stato-Regioni. Un documento che impegna i singoli territori a prevedere una scorta costante di emocomponenti per quei grandi eventi catastrofici che vanno al di fuori della gestione ordinaria. In occasione di simili eventi è possibile richiedere aiuto alle regioni limitrofe nel caso in cui non si riuscisse a sopperire alle proprie necessità.
Come fa sapere l’associazione Donner Sang Compter, «nella giornata di martedì abbiamo avuto una grandissima risposta agli appelli alla donazione di sangue. Dopo aver fronteggiato il primo giorno di emergenza, ora è il momento di fare il conto delle vittime e dei danni, nonché di iniziare a ripulire una città che è stata devastata, per uscire da questa tremenda crisi ancora una volta».
Quanto sta avvenendo in queste ore a Beirut è la dimostrazione che la solidarietà e l’impegno civico sono valori imprescindibili che valgono per l’intera comunità internazionale. AVIS Nazionale, insieme alle sue 3400 sedi sparse sul territorio italiano, si unisce al cordoglio ed esprime la sua più sincera vicinanza alle famiglie delle vittime, ai tanti feriti e a soccorritori e volontari impegnati nella ricerca dei dispersi generati da questo evento così catastrofico.
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